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30.03.05

Boys don't cry

WARNING! Questo romanzo è stato concepito per essere letto mentre si ascolta la registrazione dell'album dei Prodigy The Fat of the Land. IN CASO CONTRARIO POTRESTE NON SBALLARVI.

Prefazione al libro di Ilja Stogoff, Boys don't cry, Da San Pietroburgo a Kuala Lampur. Un romanzo di non formazione.

Posted by Peter Kowalsky at 13:12 | Comments (0)

Terri & Bruce

C'è un'America che detesti. E' l'America dei media e degli avvocati che ha usato senza ritegno la storia di Terry Schiavo spogliandola di ogni umanità pur di metterla nelle prime pagine dei giornali.
E poi c'è l'America che ti fa sopportare la sua parte peggiore, che si fa sentire di rado, perché è più vera.
L'America di Bruce Springsteen ad esempio.

Posted by Peter Kowalsky at 10:06 | Comments (0)

23.03.05

Cinture di sicurezza

Sarà che ultimamente viaggio poco in treno (purtroppo), sarà stata la stanchezza, sarà stato l'Eurostar Sloveno, ma questo pomeriggio quando sono salito e mi sono accomodato al mio posto regolarmente prenotato, il ripetuto tentativo di allacciarmi inesistenti cinture di sicurezza non è stato gradito dagli altri viaggiatori. Per gran parte sloveni.

Posted by Peter Kowalsky at 18:38 | Comments (0)

Lost, I'm

lostdif.jpgPrivi di tutto, 48 superstiti di un disastro aereo devono sopravvivere nel luogo del loro naufragio: una remota isola tropicale su cui si aggirano misteriose creature... Sky Fox

La prima puntata non mi è sembrata male. A parte il naufragio, l'isola remota e le misteriose creature, un ruolo importante è dato dai superstiti: chi erano e chi sono ora? Soprattutto apprezzabile la fotografia. Molto.
Grande successo in USA, dicono, di questa nuova serie tv.
Ah, la prima puntata in Romania invece è stata trasmessa il 22 gennaio.
Da noi ieri sera.

Posted by Peter Kowalsky at 09:20 | Comments (0)

22.03.05

Alice non lo sa

Alice guarda i gatti
e i gatti guardano nel sole
mentre il mondo sta girando senza fretta.

Dopo 40 mesi dall'attivazione dell'adsl domestica, Telekom si è degnata di farmi il primo addebito. L'avevo segnalato tre volte al 187, poi ho lasciato perdere.
Contratto nato come BBB Broad Band Box nell'autunno del 2001 (ho ancora cappellino e tazza ed altri teneri gadget) adesso è diventato Alice Mega, 1,2 Mbps senza mai interpellarmi, senza mai chiedermi nulla.
Per fortuna mi hanno fatto partire i pagamenti solo da novembre 2004, regalandomi tre anni esatti di connessione.
Fantascienza? No, terzo mondo industriale...

Posted by Peter Kowalsky at 14:59 | Comments (0)

21.03.05

Sono incazzato!

Ancora una volta i commenti non funzionano, signori Trott:

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Tutto bloccato. Nonostante sia stato costretto solo qualche mese fa per lo stesso motivo all'upgrade alla versione 3, perdendo (oltre al tempo) tutti i commenti di questo blog.
Il punto è che la mia licenza di Movable Type è gratuita, signori Trott (o chi per voi, ora), ed io ho deciso: voglio passare ad una licenza a pagamento. Credo che d'ora in poi 50 € l'ora possano andare bene, considerando tutto il tempo perso. Vi mando gli estremi della mia banca, signori Trott...

Posted by Peter Kowalsky at 07:58 | Comments (0)

20.03.05

Sono un codardo!

Lo ammetto. Non ho avuto sufficiente coraggio. Dopo averlo sfogliato e annusato per venti minuti, alla fine l'ho lasciato sullo scaffale della libreria dove ero entrato con due idee ben precise di acquisto.
Mi riferisco a Tutto e di più. Storia compatta dell'infinito di David Foster Wallace. Saranno state le formule, o le note (fittissime) a piè di pagina, o la ridondanza di abbreviazioni, ma non ce l'ho fatta. Ero sicuro sarebbe finito per un tempo infinito nella pila dei libri ancora da leggere. Ed ho lasciato stare. E siccome la mia seconda scelta non era disponibile (Boys don't cry. Da San Pietroburgo a Kuala Lampur. Un romanzo di non formazione di Ilija Stogoff) e non sono capace di uscire da una libreria senza prendere qualcosa (pagando, s'intende) ho portato a casa questo e questo.
Con buona pace dell'infinito, di Cantor e di San Pietroburgo.

Posted by Peter Kowalsky at 20:08 | Comments (0)

17.03.05

Telemark

- Dicci qualcosa Maestro, prima di iniziare...
- Il telemark è fatica.
- Perché allora Maestro?
- Perchè ti darà grandi soddisfazioni...

Scufoneda.jpgI primi tentativi di telemark si sono rivelati più duri del previsto: dannatamente faticoso e totalmente diverso quanto a tecnica dallo sci tradizionale. Liberare la mente quindi. E i muscoli.
Perché allora? Forse perché lo sci tradizionale non dà più grandi soddisfazioni (con gli sci di oggi curvi anche se non vuoi), perchè lo sci classico è monotono, perché le piste sono piene all'inverosimile ed aumenta così il numero di imbecilli.
Con il telemark invece puoi provare a sciare fuori pista, fuori dalla massa, nel silenzio, in solitudine.
Comunque questi primi goffi tentativi mi hanno almeno permesso di essere presente alla cena della Scufoneda 2005 organizzata dagli Scufons del Cogo, storico gruppo di appassionati di telemark di Moena.
Terminati questi cinque giorni in quota, tra suicide sciate nei boschi e ciaspolate, inizia ora il grande slam fino a luglio. Forza!

Ciaspe.jpg

Posted by Peter Kowalsky at 23:39 | Comments (0)

08.03.05

La tisana

Ho dovuto, anzi voluto cedere sulla questione della donna, mi sono rivolta a Pier, l'ho implorato, mi sono mostrata come una donna debole che ha bisogno di "suo marito" (volevano che lo chiamassi marito. Ho fatto un po' la parte della donna sottomessa, quella che piace all'uomo musulmano.
Per fortuna avevo con me la mia tisana, una polverina che mi prendo con un pochino d'acqua. Senza non posso vivere. Non volevano darmela, mi hanno chiesto se era cocaina. Assaggiatela, gli ho fatto.
Loro mi dicevano di farmi la doccia, vogliono che le donne siano molto pulite (anche Saddam era un maniaco della pulizia, di quella femminile in particolare). Ma io la doccia fredda non me la volevo fare, ne avrà fatte tre o quattro (calde) in un mese.

Intervista a Giuliana Sgrena, di Riccardo Barenghi, La Stampa di ieri

Posted by Peter Kowalsky at 14:24 | Comments (0)

Sottozero

La lettura dell'inserto domenicale del Sole 24 Ore è un rito al quale è difficile rinunciare. Ed il bello è che lo puoi fare anche in ritardo di settimane, tanto è lo spessore di quello che ci trovi.
Ma non sempre è così.
Domenica scorsa, nella rubrica "Sottozero" ci trovo un incomprensibile (per me) articolo di Pietro Crivellaro, intitolato "Ghiaccio a doppia faccia".
Si parla di ghiaccio, dunque

Un archetipo di singolare ambivalenza: da un lato elemento infido e volubile considerato territorio diabolico, dall'altro patrimonio naturale oggi in allarmante ritirata.

Si cita nell'ordine: l'equinozio del 21 marzo, l'ondata di gelo siberiano in Italia, la morte della guida ventitreenne Massimo Farina, Dante, il Diavolo, gli antichi toponimi del Monte Bianco, Sean Connery, la mummia di Similaun, l'Antartide e la perforazione di una carota record. Insomma, una specie di tema di maturità svolto dall'alunno saputello che in realtà non sa un cazzo.
Unica cosa piacevole, una foto tratta da "Cinque giorni un'estate" di Fred Zinneman, il momento in cui scendono nel crepaccio a recuperare il corpo della guida scomparsa quarantanni prima.

Posted by Peter Kowalsky at 14:04 | Comments (0)

07.03.05

Fuori concorso

Adesso che la Clerici è tornata in cucina e Bonolis ad aprire pacchi, lo voglio dire: delle canzoni in concorso a Sanremo non me n'è rimasta una in testa.
Eccetto I bambini fanno oh di Giuseppe Povia, motivetto semplice ma scontato, e fuori concorso.
Avrà un senso tutto questo, no?

I BAMBINI FANNO OOH
Giuseppe Povia

Quando i bambini fanno «ooh« c'è un topolino, quando i bambini fanno «ooh« c'è un cagnolino. Se c'è una cosa che ora so, è che mai più io rivedrò un lupo nero che dà un bacino a un agnellino. Tutti i bambini fanno «ooh«, «dammi le mani, perchè mi lasci solo?». Sai che da soli non si può: senza qualcuno, nessuno può diventare un uomo.

Per una bambola o un robot bot, magari litigano un po' ma quel ditino ad alta voce almeno loro, eh, fanno la pace. Così ogni cosa è nuova, è una sorpresa e proprio quando piove i bambini fanno «ooh«, guarda la pioggia! Guarda che meraviglia, che meraviglia!

Ma che scemo, vedi però, però che perchè non so più fare «ooh« e fare tutto ciò che mi piglia. Perchè i bambini non hanno peli nè sulla pancia nè sulla lingua.

I bambini sono molto indiscreti, ma hanno tanti segreti come i poeti. Nei bambini vola la fantasia, e anche qualche bugia, oh mamma mia (...bada!). Ma un a cosa è chiara, è trasparente: che quando un grande piange, i bambini fanno «boh? Ti sei fatto la bua? E' colpa tua»

Ma che scemo, vedi però, però che mi vergogno un po' perchè non so più fare "ooh", non so più andare sull'altalena, di un fil di lana non so più fare una collana.

Finchè i cretini fanno «Eh?»,inchè i cretini fanno «Mah?», finchè i cretini fanno. «Boh?» tutto resta uguale, ma se i bambini fanno «ooh« basta la vocale. Invece i grandi fanno «No.h« Io mi vergogno un po': io chiedo asilo, come i leoni io voglio andare a gattoni.

E ognuno è perfetto, uguale il colore, evviva i pazzi che hanno capito cos'è l'amore: è tutto un fumetto di strane parole che io non ho letto. Voglio tornare a fare «ooh«. Perchè i bambini non hanno peli nè sulla pancia nè sulla lingua.

Posted by Peter Kowalsky at 15:09 | Comments (2)

Das

das.jpgQualche settimana fa è morto Dario Sala. Oltre ad essersi occupato di una moltitudine di cose, è stao l'inventore del Das, brevetto che nel 1962 cedette pare senza riceverne un equo corrispettivo.
Se eri bambino negli anni '60 e volevi esprimere la tua creatività plasmando la materia, avevi solo due possibilità: Pongo o Das.
Il Pongo costava poco, credo lo vendesse la Fila (Fabbrica Italiana Lapis e Affini, quella dei pastelli Giotto con l'immagine del pittore bambino mentre disegna); la prima volta che usavi una confezione nuova facevi cose decenti quanto a cromatismo, poi i colori si mescolavano e il pongo diventava solo materia, di un colore indefinibile nato dalla mescolanza nervosa del bianco, nero, giallo, rosso verde e blu.
Poi distruggevi quello che avevi fatto, ne facevi un'unica palla magari mescolata allo sporco del pavimento, pronta per plasmare qualcos'altro la prossima volta. Creavi e distruggevi, una specie di dio povero e dalle mani un po' unte.
Con il Das ti sentivi invece più artista. Creavi qualcosa che durava nel tempo, che magari poi una volta asciutta coloravi e verniciavi.
E siccome all'epoca Sirchia era solo un anonimo studente e il fumo era "sano" (si fumava nelle scuole, negli ospedali, figurarsi a casa davanti ai bambini), io mi ero specializzato nel fare col Das posacenere, che regalavo a mio padre, all'epoca fumatore.
Posacenere di tutti i tipi, a forma di cappello, di busto umano o di animale.
E fino al mese scorso pensavo che il nome "Das" fosse un'acronimo di qualche parola tedesca, e non semplicemente le iniziali di Dario Sala!

Posted by Peter Kowalsky at 09:11 | Comments (1)

06.03.05

Ehi Jack!

jackjohnson.jpgUna piacevole sorpresa. Spontaneità e un senso di freschezza e semplicità che mi mancava da tempo. Soldi spesi bene per l'ultimo cd di Jack Johnson, In Between Dreams.
Invece, 19 euro buttati per l'ultimo di Davide Van De Sfroos. Si salva solo Madame Falena.
Per il resto ti fa rimpiangere di non aver prima verificato con WinMx...

Posted by Peter Kowalsky at 18:35 | Comments (0)

Essere antiamericani

Volentieri

Se ci fosse per caso qualcuno che gentilmente riuscisse a convincermi della ragione per la quale non è politicamente corretto, culturalmente giusto e nemmeno storicamente sensato essere antiamericani, lo ascolterei volentieri.
Nessuno?

jena
[da La Stampa di oggi]

Do you remember Cermis?

Posted by Peter Kowalsky at 08:25 | Comments (2)

05.03.05

Parole di troppo

Era rimasto per quasi un anno incartato sul concetto idraulico di panta rei. Ora esce prepotentemente con un nuovo blog, Parole di troppo, sottotitolo "Tutto quello che non sarebbe necessario scrivere".
Anzi, un fotoblog, concepito da Bruno addirittura nel lontano 2001.
Foto molto belle.

Posted by Peter Kowalsky at 10:48 | Comments (0)

Certezze

Alla fine ti chiedi che senso abbia tutto questo. Ed è andata anche bene, perché poteva finire con quattro morti. E resti un po' sconcertato, spaesato, attonito.
Almeno fino a sera, quando trovi un santo al quale rivolgerti...

P.S. Stavolta l'unico merito di Sanremo è quello di averci evitato uno speciale Porta a Porta sulla liberazione della Sgrena

Posted by Peter Kowalsky at 10:13 | Comments (0)