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02.10.06

Voce interiore

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Ero sempre riuscito a trattenermi in tempo. Da tanti anni volevo tornarci, ma alla fine ascoltavo una voce interiore. Che mi diceva che erano luoghi ormai sconsacrati. E non ci andavo. Stavolta invece ho atteso che la stagione fosse conclusa (!) e non ho voluto ascoltare la solita voce.
E così mi sono trovato al rifugio Auronzo, in mezzo a una moltitudine di tedeschi e veneziani, quasi tutti con bastoncini da trekking, qualcuno addirittura con camel-bag. E a coppie con il casco della moto sotto al braccio, ciclisti in MB, anziani e bambini. E un gran vociare come colonna sonora.
E, giustamente, la punizione attesa: nebbia. O meglio, tutte le nuvole si concentravano sulle Tre Cime di Lavaredo nascondendole completamente.
Sono salito sul ghiaione fin sotto la Piccola, e sono rimasto lì, nascosto anch'io dalle nubi, in attesa di qualcosa. L'unica cosa che succedeva era qualche sasso che cadeva e il vociare della gente, amplificato dalla nebbia.
Tempo perso. Solo alla fine, poco prima di andarmene, sono apparse in tutta la loro superbia.

Posted by Peter Kowalsky at 02.10.06 06:52

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