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17.08.05

Sardegna motorrad





C'è la Sardegna di Golfo Aranci (appena sbarchi) e della Costa Smeralda.
La Sardegna facile, dei villaggi turistici su misura per tanti vacanzieri, delle ville di Porto Rotondo che fanno tanto Svizzera.
Le coste prese d'assalto come nella riviera romagnola. I prezzi dopati come pochi posti in Europa.
Ma se scappi rapidamente da lì e ti avventuri all'interno, cominciando magari dalla Gallura, scopri una Sardegna decisamente diversa.
E se sei in moto hai l'opportunità non solo di vedere ma anche di annusare una Sardegna che non è certo quella rappresentata nelle tante riviste che in estate abbondano nelle edicole.
Un tour di due settimane, percorrendo alla fine nell'isola più di 3.000 km, nato con l'idea di un percorso in senso anti-orario che doveva essere costiero ma che in realtà da subito è diventato un giro nell'altra isola, quella sovrapposta dell'interno.

Lasciata quindi rapidamente la Costa Smeralda (ti basta poco per capire che non è questo il periodo giusto per stare lì), via verso Tempio alla ricerca del Muto di Gallura, uno dei pochi riferimenti che avevo prima di partire (tutto il resto è venuto da solo). Un vero agriturismo e sincera accoglienza, ottima base per girare tutta la Gallura (valle della Luna, monte Limbara) e la costa da Santa Teresa a Castelsardo. Vicino c'è anche l'Agnata, la casa (ora agruturismo) di De Andrè, immersa nel verde, un posto fantastico al quale arrivi dopo una strada sterrata che termina lì. Un posto per un relax assoluto che terrò ben in mente per il futuro.
Siamo alla fine di luglio e c'è un anomalo caldo torrido per l'isola (quasi 40° all'ombra, sull'asfalto supererà i 50°), insopportabile anche in moto: quando guido ho come l'impressione di stare per entrare in un lungo forno che si fa sempre più caldo, i capelli completamente bagnti dentro il casco, brividi lungo la schiena.
Basta Gallura, basta foreste di lecci e sughere, profumi di mirto e ginepro. Si va giù fino (passando per Macomer, remember?e per il lago Coghinas) a Santu Lussurgiu, un paesino a 600 mt di altitudine nel Montiferru, e si fa base all'albergo Sas Benas. Il Sas Benas non è il solito albergo, bensì un "albergo diffuso": in una casa la reception e il ristorante, in altre 4 case sparse per il paese le camere. Un modo (intelligente) per recuperare edifici abbandonati e destinati alla rovina. Non avevo mai sentito parlare prima di "albergo diffuso" e scopro che lì a Santu Lussurgiu ce n'è un secondo, l'Antica Dimora del Gruccione (altro genere comunque) dove una sera mi fermo a cena.
Da Santu Lussurgiu di nuovo su, verso Bosa, Alghero, Porto Torres e Stintino e ritorno al Sas Benas (tutta una scusa per finire a La Lepanto a mangiare aragosta).
E giù di nuovo, verso la penisola di Sinis (stupende e poco battute le spiagge), poi Cabras (sosta nella pescheria di Giovanni Spanu per ordinare una spedizione di bottarga), Oristano, Arborea, Iglesias. E lì vicino merita percorrere una stupenda strada sterrata tra le miniere abbandonate per arrivare alla spiaggia di Piscinas: dune alte 30/50 metri, la spiaggia profonda forse un km, un mare da bere. Ci sono arrivato di sera, onde lunghe alte 2/3 metri, uno dei bagni più divertenti che abbia mai fatto.
E poi giù, verso le miniere di Carbonia, l'isola di San Antioco e da lì il traghetto per l'isola di San Pietro. Lì a Carloforte sosta d'obbligo Al Tonno di Corsa, dove del tonno non si butta niente (ho assaggiato il belu, cioè la trippa di tonno, ottima!).
Ancora giù, verso Capo Spartivento, Cagliari, Villasimius, Costa Rei, Muravera, San Vito. Qui sosta in un bed&breakfast I Glicini in una vecchia casa dell'800.
Ora su, lungo la costa orientale, dove tutto torna normale e il sole quando guardi il mare va a tramontare alle tue spalle, come sei abituato e come deve essere. Verso Baunei, Dorgali, nell'Ogliastra. Poi le spiagge di Orosei e l'interno verso Nuoro, Lula, Bitti, Orgosolo, la parte più affascinante di tutta la Sardegna.
E dalle quelle parti, vicino Oliena, è d'obbligo fermarti a cena in quello che per molti è il migliore ristorante dell'isola: Su Gologone.
Su ancora, attraversando Nuoro verso Ozieri, Oschiri, Pattada (sosta dal maestro Fogarizzu grande appossionato di moto e auto storiche), Buddusò, Alà dei Sardi, Concas, Torpe, Posada.
E di nuovo la costa, che qui - prima di San Teodoro - torna ad essere provvisoria provincia di Milano e di Roma.
Notte a Golfo Aranci, che passi veloce come il maestrale che sta soffiando, prima di imbarcare la moto la mattina presto verso Livorno.

E rientrando a casa, percorrendo la noiosa autostrada dopo l'appennino, mi scopro a pensare alle fantastiche strade da moto che ho appena percorso (da Tempio ad Aggius, da Santu Lussurgiu a Cuglieri, da Iglesia a Fluminimaggiore, da Baunei a Dorgali, da Alà dei Sardi a Torpe...), penso ai profumi che ora non sento più, al vento che all'improvviso - dopo una curva - ti abbracciava spostandoti la moto.
E penso anche alla sincera ospitalità dei sardi senza la quale questo viaggio sarebbe stato diverso.

Nella foto (clicca per ingrandire e poi scorri la foto col mouse): le dune della spiaggia di Piscinas viste dal mare

Posted by Peter Kowalsky at 17.08.05 09:31

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