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26.04.05

Scusate il ritardo

Se è vero che il Papa, all'udienza con i fedeli tedeschi, si è giustificato del ritardo con un «Scusate, vuol dire che mi sto già italianizzando», bè, parte col piede sbagliato.
Vuol dire che tra poco vedremo Ratzi col mandolino...

Da leggere cosa ha scritto Massimo Gramellini su La Stampa di oggi. Qui sotto il suo Buongiorno in questione.

Parlando in tedesco

Per giustificare il suo ritardo all'udienza con i fedeli giunti dalla Germania, Papa Ratzinger ha scherzato: «Scusate, vuol dire che mi sto già italianizzando». Una battuta ammiccante, se rivolta in italiano a degli italiani. Detta in tedesco a una platea di tedeschi, ha provocato una piccola fitta al cuore di chi l'ha interpretata come un'involontaria canzonatura.

La sortita mostra con chiarezza i due fantasmi mediatici che Benedetto XVI deve sfidare all'inizio del suo pontificato.
Il primo è una istintiva e reciproca diffidenza italo-germanica, retaggio di vicende storiche millenarie e caratterizzata da una zavorra di luoghi comuni, fra i quali la mancanza di puntualità non è di certo il più infamante. Il secondo è l'inevitabile macchina dei paragoni, che oggi indurrà qualcuno a ricordare come Giovanni Paolo II seppe blandire il popolo dell'Urbe fin dal giorno dell'elezione, definendo «nostra» la lingua italiana e avendo cura di non rivendicare subito davanti ai polacchi la propria nazionalità, mentre il suo successore ha detto ai tedeschi: «Sono a Roma da 23 anni, ma resto bavarese».
Per indole Papa Ratzinger non cerca il consenso delle folle, ma è uomo talmente profondo e sensibile che lo otterrà lo stesso.
Ancora più intensamente, ci si conceda di dirlo, se continuerà a scrivere, e dunque a leggere, le parole che pronuncia con tanta ispirazione in pubblico. Perché quando è costretto dalle circostanze a improvvisare, rischia come tutti i timidi di ottenere qualche indesiderato effetto collaterale.
Massimo Gramellini

Posted by Peter Kowalsky at 26.04.05 18:27

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